Digiunare per la spiritualità

spiritualità

Dal libro La Filosofia del Digiuno di Edward Earle Purinton.

CAPITOLO X. Digiunare per la Spiritualità

Riguardo alla spiritualità, era usuale che mi venisse il mal di testa ogni volta che andavo a un incontro di preghiera.

Un incontro di preghiera, è un luogo dove è possibile sostituire i sentimenti con le parole senza timore di venire indagati.

Naturale che mi venisse il mal di testa. La religione non appartiene al cervello — appartiene al cuore. Fai morire di fame il tuo cuore e ingozza il cervello — e puoi aspettarti delle vertigini morali. Anche un medico potrebbe pronosticarlo.

Una predica è principalmente una dissezione della Divinità. E non si può sezionare una cosa se non quando è morta. La Teologia nel suo insieme, è un esame post-mortem su Dio. La forma è tutta lì, ma in qualche modo l’anima se n’è andata. Una chiesa è troppo ammuffita perché Dio ci viva — il vero respiro di Dio è la libertà, la vita di Dio è la luce del sole.

Dio è più animale che uomo. Considerando che i teologi difettano come animali, e sono difettosi anche come uomini. Dio non ha mai insegnato a un seminario di teologia — Dio fu sempre troppo eterodosso. L’unico posto dove Dio insegna è nella scuola della Natura. Si tratta di un convitto, e la Natura provvede per lo più generosamente ai suoi pupilli. Ma i bambini preferiscono quel venditore di gelati chiamato Ortodossia.

Questo è il motivo per cui non hanno fame al momento del pasto. E’ per questo che hanno anche il colorito giallognolo — non è possibile formare il sangue rosso da ogni sorta di pappette.

Non condanno i servizi della chiesa indiscriminatamente. Ho solo tre obiezioni da opporre: le preghiere, i canti e la predica. Credo nella preghiera che non dice nulla, sente ogni cosa — e poi agisce. Credo nella canzone che di per sé da i brividi, dalla gola dell’allodola, o dell’amante, o della donna appena glorificata dalla maternità mentre in compagnia degli angeli bada al suo primo bambino. Credo nella predica che una vita silenziosa rende più eloquente.

Non credo nelle preghiere formali.

Non credo nei cori a pagamento.

Non credo nei predicatori per professione. Il mondo in generale ha comunque bisogno di queste cose — altrimenti non le tollererebbe. Ha bisogno delle osservanze domenicali — ne ho bisogno anch’io. Ha bisogno della calma, della musica, dei fiori, del sacro timore, della riflessione e dell’aspirazione che contraddistinguono il Giorno del Riposo dai giorni e dalle notti di agitata confusione.

Domenica dovrebbe essere sinonimo di sanità mentale. Fisicamente e psicologicamente abbiamo bisogno solo del cambiamento, che di fatto otteniamo. Spiritualmente abbiamo bisogno di un cambiamento che non stiamo ottenendo. Se un uomo deve fare la predica, mettilo in tuta di lavoro durante la settimana.

Lascialo lavorare duramente e pianificare, fallire e patire la fame, e peccare, soffrire e piangere — con l’Umanità. Poi lasciagli dire come la sua fede lo ha salvato e la gente si accalcherà alle porte esterne per sentire lui — lui è ora uno di loro. Ha certificato il suo messaggio.

E’ la Cristianità senza Cristo della chiesa che rende gli uomini irreligiosi.

Gesù il Nazareno fu l’anima più dolce, più sana, più cara che sia mai arrivata e andata via da questo pianeta. Gesù il Cristo è stato, ed è, la più completa incarnazione della Divinità mai rivelata agli uomini. Ma se dovesse apparire in carne ed ossa davanti a noi, la Chiesa di oggi marchierebbe Gesù il Nazareno come peccatore e considererebbe Gesù il Cristo un anarchico.

Nessuno di noi intende crocifiggere la Verità — siamo solo in uno stato di eccitazione con la febbre dell’esternalismo. Le stesse cose che ci rendono innaturali ci rendono anche non divini. All’inizio Dio risiedeva felicemente in ogni cuore umano. Ma mentre l’Umanità stava passando attraversando l’accecante incantesimo della Civilizzazione, Dio crebbe stanco di aspettare di fare qualcosa.

Così Dio se ne andato via. Quando l’umanità si svegliò, c’era rimasto solo il rivestimento esterno di Dio. E loro lo chiamano religione — una forma e un nome. Nessun uomo che si definisca teologo o metafisico può guarire veramente l’anima umana. Solo il Silenzio guarisce — comprensione silenziosa e conoscenza silenziosa.

Ora veniamo alla Spiritualità — un bene poco compreso quasi tanto quanto frainteso come l’Amore. Che è così forte tanto quanto le parole ne danno l’idea. La spiritualità raramente si trova all’interno della chiesa e mai viene riconosciuta fuori. La pseudo-spiritualità è la maledizione di tutte le religioni organizzate. Permettetemi di citare alcune imitazioni del marchio — spacciate in modo assai diffuse e con successo per autentiche.

Spiritualità non è Pietà.

Nemmeno vanno mai insieme. Lo Spirito è Energia Infinita, laddove il “pio” è dichiaratamente impotente. Più di un uomo pio è buono — a dispetto della sua religione. Buono, ma non spirituale. Un cadavere è sempre buono.

Spiritualità non è Solennità.

La vita è troppo seria per essere più solenne. Anche in un cimitero puoi annusare i fiori invece di leggere le lapidi. Quelli a cui Dio sorride, non si rivolgono mai con cipiglio a Dio. Qualsiasi dio a cui ci si può rivolgere con cipiglio è un idolo. E gli idoli sono sempre cose tristi.

Spiritualità non è Credulità.

Quando sai, come puoi amare una cieca convinzione? La Spiritualità è una omni-pervadente coscienza che penetra l’invisibile e rende certo l’incerto. Un uomo può essere religioso – e ignorante. Non può essere spirituale – e ignorante.

Spiritualità non è Regolarità.

Pregare regolarmente equivale a non pregare mai. La sicurezza di piccole anime sta nella regolarità, quella di grandi anime nella spontaneità. Solo una grande anima può essere spirituale – o spontanea. Più di un uomo che “non ha perso una sola Domenica in chiesa per venti anni” ha perso Dio ogni Domenica per vent’anni.

Spiritualità non è Loquacità.

Tutta l’ispirazione del Paradiso si può riassumere in tre piccole parole – “Io ti amo”. Non hai nemmeno bisogno di parole – semplicemente emanale. Quando incontro delle persone, non mormoro “Piacere di conoscerti.” Ma faccio un sorriso e una stretta di mano che dicono tutto a loro – se hanno imparato la lingua del cuore. Se non l’hanno imparata, dobbiamo rimanere estranei comunque. Parlare è la dissipazione del frivolo – fare è la conservazione del spirituale. E raramente si uniscono. […] – continua nel libro.

Prefazione di La Filosofia del Digiuno

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Di Luciano Gianazza

Luciano Gianazza, già traduttore dei libri originali di Arnold Ehret, ed ora anche di Edward Earle Purinton, scrive articoli di carattere filosofico spirituale che rispecchiano le sue personali esperienze lungo il cammino della conoscenza, oltre ad altri sulla corretta alimentazione dell’uomo.